Recentemente il Ministero della Salute ha pubblicato un documento informativo sulle diete iperproteiche e ipoglucidiche con l’obiettivo di fare chiarezza.
Sempre più spesso, sul web o attraverso i mass-media, sta emergendo una preoccupante diffusione di regimi dietetici alternativi come le diete iperproteiche o ipoglucidiche, spesso ipocaloriche, che promettono un notevole calo ponderale nonché il mantenimento dalla salute sia in soggetti affetti da patologie metaboliche sia in quelli clinicamente sani tra cui soprattutto gli sportivi, secondo i quali, in molti casi, un introito superiore in termini di proteine può favorire la performance atletica. Questi regimi dietetici, tuttavia, sono spesso privi di indicazioni “paziente-specifiche”, non tutti sono supportati da evidenze scientifiche e vengono adottati senza preliminare valutazione di un esperto, con conseguente possibilità di sviluppare complicazioni a breve e lungo termine.
Questo è quanto emerge da uno dei più recenti documenti pubblicati dal Ministero della Salute che, allarmato dalla leggerezza collettiva nell’autoprescrizione di specifiche diete, ha voluto tirare le somme al fine di tutelare la salute dalla popolazione nazionale.
Quali sono dunque le conclusioni che si possono trarre da questo documento?
In linea generale è possibile osservare come la prescrizione di questi regimi alimentari (iperproteici, ipoglucidici o entrambi), non sia pensata per la popolazione sana quanto invece per la prevenzione e il trattamento di specifiche patologie e non dovrebbe essere proposta da chi non possiede le qualifiche necessarie (medico nutrizionista o dietologo, e dietista), fenomeno che purtroppo si osserva spesso in ambienti sportivi e obesofobici (palestre, centri estetici…) dove viene consigliato un aumentato introito proteico o un ridotto apporto glucidico senza conoscenza dei meccanismi di “stoccaggio” del glicogeno muscolare, del metabolismo proteico, delle conseguenze a livello renale di un alterato intake proteico e dell’essenziale funzione che i carboidrati svolgono come “carburante” per il nostro organismo. Ciò che invece emerge chiaramente è quale regime alimentare sia il preferibile a questi approcci restrittivi, ovvero la dieta mediterranea. Quest’ultima, infatti, resta tutt’oggi la migliore strategia di prevenzione nutrizionale per mantenere lo stato di salute in tutte le fasce di età, con solide evidenze scientifiche sia nel breve che nel lungo periodo e in grado di garantire il corretto apporto di nutrienti per mantenersi normopeso.
Risulta quindi importante, ai fini della tutela della salute, definire linee di indirizzo, supportate da evidenze scientifiche, con lo scopo di uniformare strategie d’intervento, al fine di scongiurare comportamenti di “auto¬prescrizione “, senza alcun controllo specialistico.
Le prescrizioni dietetiche devono essere sempre definite e valutate in ambiente medi¬co. La tutela della salute della persona deve essere il primo obiettivo. L’autoprescrizione di regimi dietetici può rappresentare un rischio per la salute. Il medico richiede e prescrive il trattamento dietetico e la dietista lo elabora e lo personalizza. Le migliori strategie di cura e prevenzione in campo nutrizionale sono rappresentate da cura personalizzata, educazione e supporto nutrizionale alla persona, correzione delle abitudini alimentari e miglioramento dello stile di vita.
Articolo a cura di: Dott.ssa Laura Rossini